Salveremo

Sistema innovativo per la ricerca e il salvataggio di dispersi in zone montane

Il progetto intende sviluppare un sistema innovativo per la ricerca e il salvataggio di dispersi in zone montane basato sulla localizzazione di terminali cellulari GSM e/o UMTS e con l’ausilio di sensori visivi.

Lo sviluppo prevede l’impiego di piccoli velivoli senza pilota (Mini-UAV, nel prosieguo MAV), equipaggiati con strumentazioni e sensori scelti sulla base di requisiti espressi dagli enti preposti al soccorso alpino e con il loro diretto coinvolgimento operativo.

Punto di forza della soluzione proposta sarà l’integrazione in un unico sistema di varie e diversificate aree specialistiche, che messe a fattor comune in maniera armonica e funzionale consentiranno di ridurre drasticamente i tempi di ricerca  in zone morfologicamente critiche fornendo un supporto decisionale agli operatori, alleviandone il workload, con conseguente aumento delle possibilità di successo operativo oltre che riduzione dei costi variabili dell’attività.

Il progetto trae vantaggio nella sua realizzazione e fattibilità, dalla miniaturizzazione della sensoristica elettronica e di telecomunicazione imbarcabile a bordo e dalla dimostrata capacità dei MAV di operare autonomamente e flessibilmente in contesti che da un punto di vista operativo sono morfologicamente poco accessibili e raggiungibili con altri mezzi.

L’obiettivo è di sviluppare e testare operativamente sul campo un sistema equipaggiato da un modulo radio SDR (Software Defined Radio) impostato per lavorare sulle bande di frequenza GSM (2G 900-1800MHz)e UMTS in grado di rilevare la presenza di un telefono cellulare[1] e trasmettere dati utili alla sua localizzazione in tempo reale o tempo quasi reale  agli operatori a terra, a mezzo di una stazione di controllo. La stazione stessa (nel prosieguo Ground Station, GS) controllerà il volo del MAV, la sensoristica di bordo e fornirà informazioni per la localizzazione del disperso. Il controllo volo e il controllo sensori saranno separatamente gestibili per permettere una più rapida e snella pianificazione della missione.

L’operatore potrà “pilotare” in modalità semi-automatica il velivolo ogni qualvolta si renda necessario (ad esempio per “perfezionare” la ricerca laddove il sensore radio SDR abbia localizzato la probabilità di presenza umana).

Il sistema di ricerca fornirà agli operatori a terra una porzione di area geografica ben delimitata su cartografia, in base al dato di provenienza del segnale radio, nella quale effettuare la ricerca e la localizzazione finale del disperso. A supporto saranno inoltre utilizzati sensori quali telecamere e ottiche aggiuntive, utili a fornire una  visualizzazione del contesto in cui si andrà a operare a terra.

Scopo del progetto, è quello di giungere in conclusione alla realizzazione di un prototipo funzionante, sperimentato in condizioni operative realistiche, sulla cui base procedere per una possibile fase di industrializzazione del prodotto finale da inserire sul mercato.

Saranno esplorati, nei limiti del possibile, i limiti meteorologici attuali di tali sistemi, comunque in continua evoluzione. Verranno quindi indirizzati ulteriori sforzi utili a comprendere le future potenzialità di evoluzione verso capacità operative meteorologicamente più estese. In questa prima fase è prevedibile l’impiego del sistema unmanned nelle operazioni in condizioni di buona visibilità, anche perché tali sono le limitazioni imposte dall’ Ente Nazionale  Aviazione Civile. L’assenza di umani a bordo permetterà di affrontare rischi, durante la ricerca, altrimenti incompatibili con gli attuali metodi di ricerca con elicottero. I ben più bassi costi operativi del sistema unmanned potranno inoltre consentire, a regime, un’adeguata diffusione sul territorio di tali unità, consentendo maggiore tempestività e produttività.

A riguardo vale sottolineare che i MAV sono i primi, fra i velivoli senza pilota, a poter accedere ad un mercato civile commerciale, grazie ad un contesto normativo in rapida convergenza, già stabile in alcune nazioni e in dirittura d’arrivo anche in Italia; diversa la situazione degli “unmanned” di dimensioni maggiori, per i quali non si prevede l’introduzione di routine negli spazi aerei non segregati prima del 2020. È quindi ipotizzabile in tempi ragionevolmente brevi una ricaduta in termini industriali. Questa, in particolare, può più facilmente vedere le PMI impegnate con ruoli rilevanti non soltanto per le contenute entità degli investimenti necessari, ma anche per la maggiore agilità del comparto nel catturare nuove tecnologie e opportunità di mercato.

[1]qualsiasi cellulare 2G e 4G-LTE di prossima (e parzialmente attuale) generazione che è nativamente compatibile con il 2G. La quasi totalità dei dispositivi 3G ospitano parallelamente una interfaccia radio 2G.


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